LA CINTURA MEDIEVALE
che incorpora porzioni di mura etrusche.
L’ORATORIO DI SANT’ANDREA
L’edificio originale, del XII – XIII secolo, aveva dimensioni più modeste e era coperto da una volta a crociera. La piazza antistante l’oratorio era un tempo chiusa da un portico in dotazione dell’Arciprete e durante i lavori di costruzione della antistante chiesa di Santa Maria fu abbattuto il cortile che arrivava fino alla strada per creare una piccola piazza tra le due chiese. Sulla facciata esterna di Sant’Andrea era dipinto un Giudizio Finale, di cui resta un frammento in un ambiente sotto il campanile a vela che confina con l’ospedale della Confraternita.
Nella lunetta è la Lavanda dei piedi, sotto l’Andata al Calvario; il ciclo pittorico di affreschi tardo-giotteschi, datato 1394, è opera dell’artista convenzionalmente chiamato Maestro della santa Giuliana. In basso si legge la scritta: IACOBI CUIUS A(n)I(m)A RHQUIESCAT IN PACE ET DEUS PARVAT A(n)I(m)E ILEI ET QUI EXIIT CUppelDA Q(uam) IIUIUS OPUS ERRICET(ur) A(nno) D(omini) MCCCLXXXXIV.
La lunetta in alto rappresenta un interno domestico con cinque figure conservate nelle sole teste nimbate. La prima a sinistra ritraeva un uomo con barba e capelli lunghi, rivolto verso tre figure femminili e una maschile imberbe.
La figura femminile in prima fila è vestita di rosso ed è più bassa rispetto alle altre; è probabile che si tratti di Maria Maddalenache ascolta le parole di Cristo stando in ginocchio o seduta in terra.
Di conseguenza le tre figure alle sue spalle sono verosimilmente i fratelli Marta e Lazzaro e una terza pia donna, forse la madre di Gesù, Maria.
È questo un celebre episodio del Vangelo di Luca, che racconta della visita fatta da Gesù in casa di una donna di nome Marta, e di come questa rimproverasse la sorella Maria perché invece di aiutarla nelle faccende domestiche si era fermata ad ascoltare le parole di Gesù. La storia sottostante rappresenta l’Orazione nell’orto: vi compare un angelo che porge a Gesù un calice alla presenza degli apostoli addormentati. Diverse opere provenienti dall’oratorio arricchiscono oggi il Museo della Città di Bettona.
MUSEO ARCHEOLOGICO DI BETTONA
La sezione archeologica del Museo di Bettona dà inizio al percorso espositivo.Tra i pezzi più importanti della collezione figura una magnifica testa marmorea di Afrodite risalente alla media età imperiale. Numerosi sono i reperti etruschi conservati: cippi funerari, terrecotte architettoniche e rari esemplari di tular testimoniano le origini del territorio.
PINACOTECA
Il percorso prosegue con la Pinacoteca, ospitata sia nel piano nobile di Palazzo Biancalana, che conserva ancora il carattere di dimora privata ottocentesca, sia nel salone del trecentesco Palazzo del Podestà. Fra i dipinti spiccano il Sant’Antonio da Padova, la Madonna della Misericordia di Pietro Vannucci detto il Perugino, una splendida Natività su tavola capolavoro di Dono Doni e una coppia di tele di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, raffiguranti San Pietro e San Paolo.
La raccolta si completa con manufatti eterogenei di notevole interesse, tra cui materiali in scagliola e ceramica ed interessanti esempi di produzione scultorea, come il crocifisso in legno policromo attribuito ad Agostino di Duccio e il Sant’Antonio in terracotta invetriata di scuola robbiana.